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Manda la tua recensione sui films, libri, spettacoli teatrali, ristoranti e tutto quello che può servire a trascorrere una piacevole serata utilizzando questo link... e non dimenticare di dare il tuo voto!

mercoledì 29 dicembre 2010

Un altro mondo

Un altro mondo Un film di Silvio Muccino. Con Silvio Muccino, Isabella Ragonese, Michael Rainey Jr., Maya Sansa, Flavio Parenti. Greta Scacchi.Drammatico, durata 110 min. - Italia, Gran Bretagna 2010. - Universal Pictures.
“La vita mi ha insegnato che le cose non cambiano mai....cambiamo noi.”
Borghesia romana, Andrea ha ventotto anni, è giovane, ricco, carino, fighetto..... ha una magnifica casa, una fidanzata, Livia, bella, ballerina...un tantino bulimica, una vita che scorre veloce scandita da risate, feste, goliardici amici, alcool, droghe, una mamma(stile la donna di ghiaccio della pubblicità dei frigoriferi) che gli firma assegni, pagando tutti i suoi conti.
Africa, Kenya, Nairobi, Andrea viene richiamato in questo altro mondo da un'inaspettata lettera del padre, scomparso da oltre venti anni dalla sua vita, che gli annuncia che sta morendo. Arriverà troppo tardi, ma ad aspettarlo troverà un'amica del genitore e Charlie, il suo fratellastro di otto anni.
Avere un bambino, di cui farsi carico, non è solo una cosa improvvisa ma anche impossibile, per cui cercherà di liberarsene.
L'Africa, però non è terra di opportunità e non sembra fornire molte alternative....
I due fratelli partiranno insieme per Roma ma Andrea ha deciso di dare in adozione Charlie. Il bambino, frattanto, entrerà a far parte di quello che era il suo mondo con Livia, gli amici, le feste...
Le cose, però, sembrano non funzionare....fino a quando Andrea capirà di non voler rinunciare a suo fratello e di amare anche la sua ragazza....e l'happy end ci sommergerà. Il film è un polpettone assoluto e dopo le abbuffate natalizie meglio qualcosa di più leggero... Peccato per i protagonisti che sono bravi...ma qui non c'è nessun altro mondo...il mondo è sempre lo stesso....quello del trionfo della banalità.
Il film lo consigliamo a tutti quei cuoricioni dai condotti lacrimali intasati, a quelli che dove c'è Barilla c'è casa ,a quelli che la vita è una cosa meravigliosa, anche se non conoscono Frank Capra.
Il film lo sconsigliamo a tutti quelli che firmano gli assegni alle madri ed a quelli che non hanno un pelo sullo stomaco ma tutta la pelliccetta di King Kong. Lallix Fa curriculum

martedì 7 dicembre 2010

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni.
Un film di Woody Allen. Con Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto.Lucy Punch, Naomi Watts, Titolo originale You Will Meet a Tall Dark Stranger. Sentimentale, durata 98 min. - USA, Spagna 2010.
“Quella sedicente veggente prende tutti i tuoi soldi e ti dice solo quello che ti piace sentire” “Anche tu prendi tutti i miei soldi-visto che pago io i tuoi conti-ed in più quello che mi dici non mi piace affatto". Londra, interno di famiglia senza sarcasmo....
Alfie(Hopkins) soffocato dall'idea di invecchiare, lascia la moglie Helena(grandiosa G.Jones) cambia look, va in palestra, consuma viagra e... sposa Charmaine(biondo e formale esemplare del nobilitato genere della meretrice), sua moglie annaspa tra whiski, veggenti, sedute spiritiche ed un nuovo possibile amore (interessante ed erotico quanto un nasello findus), la figlia Sally(N.Watts) lavora in una galleria d'arte, è sposata con Roy, vorrebbe un figlio ed è innamorata del suo capo(come darle torto il capo è un delizioso Banderas, un po' distaccato e un po' dark), suo marito è uno scrittore di un unico libro, è in profonda crisi creativa ed è invaghito di Dia, sua vicina di casa. La vecchiaia, la solitudine, la paura di non farcela, l'idea che l'amore e la vita sono un'illusione...basta che funzioni? E invece no! Il regista torna a Londra, ma questo non è Match Point... Allen rincorre il solito intreccio di coppie a lui tanto caro, ma manca una storia, l'ironia, la cattiveria ed anche un pò di sana, allegra, leggerezza. Un film all'anno forse è troppo...ci vorrebbe un po' di riposo!
Il film lo consigliamo a quelli che Allen “è sempre un grandissimo intellettuale” ai critici di professione(gli unici ancora ad osannare il regista), alle donne innamorate dei loro capi(affinchè evitino la catastrofe)al Cavaliere estimatore del viagra e di tutte le Charmaine e come sempre agli alleniani e agli alienati.
Lo sconsigliamo a quelli che sono alienati senza essere alleniani!

Voto:
Fa curriculum

lunedì 22 novembre 2010

The social Network

The Social Network .
Un film di David Fincher. SCENEGGIATURA: Aaron Sorkin Con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Armie Hammer, Max Minghella. PAESE: USA 2010 GENERE: Commedia, Drammatico DURATA: 120 Min.
Non sei uno stronzo Mark, cerchi solo ostinatamente di esserlo.
Harvard, Mark Zuckerberg con il suo aspetto comune da secchione un po’sfigato, guarda con occhi curiosi, ma distaccati, il nuovo mondo che lo circonda e, forse, pensa alla difficoltà di entrare a farne parte.
La sua ragazza, però, lo molla e lui, preda dell'alcool e di una specie di delirio di onnipotenza, cerca il modo di vendicarsi, scrive cose tremende sul suo blog, penetra illegalmente nei sistemi informatici dell’università ed in una notte crea “Facemash” un sito dove carica tutte le foto delle ragazze del Campus e dà loro un voto.
La trovata sarà di grande successo ed in poche ore il sito avrà moltissimi contatti, mandando in tilt l'intero sistema informatico dell'Università.
Comincia così l’avventura di facebook….che porterà il protagonista ad elaborare il suo progetto, grazie anche all'intuizione dei gemelli Winkelvoss, a creare la società con l’amico Eduardo Saverin e poi con Sean Parker l’eclettico inventore di Napster.
Mark avrà notorietà, conoscerà gente, darà forma e grandezza ai suoi sogni ed anche alle idee di qualcun altro, creerà il colosso da 500 milioni di utenti…ed intraprenderà i giudizi legali che ne verranno.
Fincher(meritatamente premiato ai Golden Globe), con stile asciutto, ritmo serrato, ironia, cinismo e bravissimi protagonisti, ripercorre l’ascesa del genio delle “amicizie virtuali” che si rivelerà, per nemesi, incapace di qualsiasi relazione sociale.
Il film lo consigliamo ai geni della Silicon Valley e anche a quelli della Samnium Sleeper, a quelli capaci di dare speranze ed aiuto ai giovani(anche se non sono bambole minorenni), a quelli capaci di reinventarsi, di essere curiosi, ardimentosi e pacatamente folli.
Il film lo sconsigliamo ai baroni delle università italiane, a quelli che sognano solo di notte, a quelli con grandi spalle da atleti.
Da non perdere
Lallix

giovedì 21 ottobre 2010

20 sigarette

20 Sigarette.
Ho smesso tante cose non sono riuscito a smettere di fumare.
Roma, novembre 2003, Aureliano Amadei è un ventottenne dall’aria allegra e spensierata precario in amore, nel lavoro e forse anche nelle idee. Frequenta i centri sociali, ripudia la guerra e sogna di diventare filmaker.
Il regista Stefano Rolla gli offre un’opportunità: andare con lui come assistente in Iraq per documentare quel che accade al seguito della missione italiana. Il giovane supera i suoi preconcetti e parte.
12 novembre 2003, Nassiriya, Aureliano Amadei è atterrato in Iraq da circa 24 ore, niente è come pensava che fosse....... e Roma è lontanissima.
Aureliano resterà coinvolto nell’attentato terroristico alla caserma italiana ma miracolosamente, riescirà a salvarsi.

Il film racconta con realismo questo tempo breve, il tempo di fumare un pacchetto di sigarette.... e le venti sigarette bruceranno insieme alle certezze del protagonista, alla caserma dei carabinieri, ai corpi dilaniati ed alle idee dissolte dinanzi alla tragedia della realtà. Vinicio Marchioni è bravo nel rappresentare l’emozioni del protagonista ed il film malgrado le tante critiche ricevute, fotografa con onestà e senza troppa retorica la guerra vista con gli occhi di un anarcoide pacifista che mette in discussione le sue certezze.

Il film lo consigliamo a coloro che sono disposti a cambiare idea, ai fumatori e agli ex fumatori pentiti (ancora preda di oniriche fumanti visioni) l’incipit racchiude l’essenza della passione per la sigaretta. Il film lo sconsigliamo ai retorici "Dio, Patria e Famiglia" ad Ignazio e a quella tipologia di milite a lui fedele.
Da non perdere

domenica 3 ottobre 2010

Niente paura

Niente paura
GENERE: Documentario ANNO: 2010 NAZIONALITÀ: Italia REGIA: Piergiorgio Gay CAST: Luciano Ligabue.

Questo paese è di chi lo abita non di chi lo governa.

Ho visto, mariti russare rumorosamente durante la proiezione di "Ritratto di signora" e mogli giocare a tetris, interrogandosi distrattamente dinanzi allo schermo sull'essenza di un opale, ho visto, nonne perplesse e titubanti difronte a principesse bruttissime che ruttano come camionisti e bambini spazientiti spiegare che un hobbit non è un nano, ho visto, fidanzatine al primo appuntamento aggrappate alla poltrona del cinema cercando di resistere a due ore di claustrofobica visione dell'interno di un carcere, e ragazzini con in testa un origami, discettare sull'essenza dei vampiri. Ho visto l'affetto spingere spettatori dubbiosi all'interno di una sala cinemaografica.

Ed ho visto, piena di pregiudizi, Ligabue commentare i principi fondamentali della nostra costituzione e gli ultimi trentanni della nostra storia italiana.... con il sottofondo di un suo ideale lungo concerto.

Non si tratta di un film, ma di un documentario che tra denunzia civile e politicamente corretto(forse anche troppo) descrive l'Italia nelle sue peggiori manifestazioni, tra presente e passato attraverso le facce (forse anche i pensieri) di gente comune e di gente famosa (non sempre ben assortita tra loro) accomunando M. Hack, Englaro, Saviano, Carlo Verdone, Fabio Volo, Rodotà, Sabina Rossa, Soldini, Javier Zanetti, Don Ciotti e Paolo Rossi.

Ci sono un pò di forzature e manca una visione più dialettica, ma nel complesso il risultato è bello e di grande impatto. Su tutti ho apprezzato l'idea di Paolo Rossi di una sorta di lagher culturale a condizione, però, che sia risparmiata la lettura della Pravda.

Il film lo consigliamo a quelli che si sentono italiani, anche quando non è tempo di mondiali, a quelli che ancora si indignano, agli insegnanti con l'augurio che portino a cinema anche i loro alunni.

Il film lo sconsigliamo a chi non ha un animo rock ed alla nostra classe politica(che dimostra sempre di essere di gran lunga peggiore dei suoi elettori).

Lallix
Voto: Interessante

venerdì 1 ottobre 2010

Inception

Inception. Genere: Fantascienza, Thriller, Mystery ANNO: 2010 REGIA: Christopher Nolan CAST: Leonardo Di Caprio, Marion Cotillard, Ellen Page, Michael Caine, Ken Watanabe. Gran Bretagna, USA 2010. Durata 148 Min.
I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro… Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano!!
Architetture surreali...... specchi....scale... labirinti.... piani inclinati.....interi quartieri parigini racchiusi in se stessi....... spazi virtuali: realtà...pensieri... sogni....sogni nei sogni...realtà onirica, presente, passato un futuro da cambiare....finzione, incubo.
Dom Cobb (un Di Caprio adrenalinico e malinconico) esperto di spionaggio industriale, è un ladro anomalo, specialista nell'introdursi nei sogni per carpire i segreti del subconscio altrui, viene incaricato da Saito (KenWatenabe),un potentissimo industriale giapponese, di introdursi nella mente di Robert Fisher Jr, suo concorrente e di instillargli un pensiero fisso: frammentare l'azienda del padre che ha appena ereditato.
Da qui parte uno scenario onirico e surreale....ma ad entrare nei sogni altrui si rischia di incontrare i propri incubi!
Nolan dopo il successo del Cavaliere Oscuro costruisce un film intricato e avvincente la cui storia non riuscirete a cogliere fino in fondo ma che vi terrà, comunque, col fiato sospeso.
Il film lo consigliamo a quelli che hanno paura dei loro sogni, a quelli che hanno perso il loro totem, a quelli che aspettano da anni un calcio che li svegli, ed a quelli che pensano che la vita che stanno vivendo non stia accadendo veramente.
Il film lo sconsigliamo a quelli che hanno paura degli ascensori, a quelli che hanno una scatola di tavor sul comodino per avere sempre sonni tranquilli...a quelli che sognano di essere arrestati da Belen su una spiaggia deserta, ed a quelli che pensano che per impiantare un'idea nel subconscio altrui, basti la pubblicità.
Voto:
Da non perdere

venerdì 16 aprile 2010

Crazy Heart

Crazy Heart.

“Se avessi una sorella epilettica le faresti fare la cubista”.
Texas, New Mexico, Arizona, periferie desolate, lunghe strade dritte e deserte, il sole alto ed un pickup dal colore indefinito e dalle pessime prestazioni, corre verso un luogo sconosciuto, ma noto, simile ad altri, brutto e insignificante.
Bad Blake ha più di cinquanta anni, i capelli brizzolati, un viso profondamente segnato dalla vita ed un’andatura oscillante. La bottiglia di wisky, le sigarette e la sua chitarra sono i suoi compagni di viaggio. E’ un cantante country, in gioventù ha avuto successo, poi poco alla volta e senza che se ne rendesse conto è arrivato il declino.
Ora per sopravvivere è costretto ad esibirsi in locali di quarto ordine, trascinando la sua esistenza tra una sbronza e l’altra, tra stazioni di servizio, bowling e squallidi motel.
L’incontro casuale con una giornalista di provincia darà nuovo impulso alla sua vita….l’amore non trionferà ma Bad, grazie anche all’aiuto del suo ex pupillo Tommy, avrà altri momenti di gloria.
Il film scorre abbastanza veloce, malgrado facili sentimentalismi e moralismi vari…ma il merito è tutto nell’interpretazione autentica e travolgente di Jeff Bridges.


Il film lo consigliamo agli appassionati di musica country, ai redenti e a quelli che “ci vediamo da Mario prima o poi”.
Il film lo sconsigliamo a chi non ama i cow boy ed ai salutisti, perché Bad Blake è il trionfo del politicamente scorretto.

INTERESSANTE
Lallix

Basilicata coast to coast

Basilicata coast to coast.
REGIA: Rocco Papaleo SCENEGGIATURA: Rocco Papaleo, Valter Lupo ATTORI: Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno, Claudia Potenza. Italia 2010 GENERE: Commedia, Musical DURATA: 105 Min.
La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi.
Sospesa tra tacco e punta, tra Calabria e Puglia nel profondo Sud senza mafia e senza camorra…. si staglia la Basilicata, terra di due mari e dei due nomi, dimenticata ed abbandonata.
Nicola è un insegnante di matematica un pò spento, leader di un gruppo musicale fatto più di amici che di musicisti veri: Salvatore (alla chitarra) ha smesso di frequentare l’università ed aiuta la madre nel negozio, Franco(contrabbasso) ha smesso di parlare per amore ed intaglia mobili, Rocco(al fodero della chitarra/percussioni) non ha ancora smesso il suo sogno di pseudo-divo televisivo.
La goliardica comitiva si iscrive al festival musicale di Scanzano Jonico così, dato al gruppoun nome adeguato “Le pale eoliche” decide, per dare maggior rilievo all’impresa, di raggiungere la meta a piedi. A filmarli Tropea (Giovanna Mezzogiorno), giornalista apatica e incazzata (per fortuna, stranamente non urla….anzi ad un certo punto canta) di una televisione parrocchiale.
Il viaggio dal Tirreno allo Jonico sarà l’occasione per riscoprire la propria terra e le proprie radici, per ritrovare se stessi, i propri sogni e la possibilità di realizzarli.
Papaleo con questo “easy raider” in salsa naturalista e terrona confeziona una commedia simpatica e divertente che fa venir voglia di regalarsi una vacanza nella periferia mediterranea.
Il film lo consigliamo ai viaggiatori, a quelli che amano la propria terra e le sue tradizioni, ai sognatori(anche di sogni possibili), agli estimatori dell’aglianico e del pane e frittata, a mia madre regina indiscussa della frittata di broccoli, a chi nel proprio DNA ha il sole del sud, alle donne perché Alessandro Gassman incarna perfettamente l’ideale greco del “calòs cai agatòs” calòs soprattutto(che fosse una tastiera greca…).
Il film lo sconsigliamo a quelli che sono tutti verdi(nel senso padano del termine)a quelli poco contemplativi, ai turisti da resort a cinque stelle, a quelli che confondono briganti e rivoluzionari, a quelli che non sanno “chi non sono e cosa non vogliono”.  

INTERESSANTE

Lallix

martedì 6 aprile 2010

An education

AN EDUCATION.
GENERE: DrammaticoANNO: 2009.NAZIONALITÀ: Gran Bretagna REGIA: Lone Scherfig CAST: Carey Mulligan, Peter Sarsgaard, Alfred Molina, Cara Seymour, Matthew Beard, Dominic Cooper.
Sei al corrente che gli ebrei hanno ucciso nostro Signore?
1961 Twickenham, quartiere suburbano di Londra. Jenny(una bravissima Carey Mulligan) ha sedici anni, frequenta un liceo per sole signorine, vive in un quartiere grigio, ha una famiglia altrettanto grigia ed un’esistenza anche essa, senza molte altre sfumature di colore.
Jenny è una ragazza intelligente, carina, curiosa della cultura e delle cose della vita, legge Camus, ascolta Juliette Greco, ama i preraffaelliti e sente che tutto quel mondo piccolo che la circonda e la opprime, non può essere il suo futuro. I suoi genitori vogliono per lei un salto di classe e quindi “un’educazione” adeguata.... entrare ad Oxford per…sposare l’uomo giusto.
Jenny, però, sogna qualcosa di diverso…la libertà.
La sua banale quotidianità, verrà bruscamente colorata dalla conoscenza con David, trentenne, ironico, elegante, gentile, erudito che con la sua Bristol rossa, le darà un passaggio in una giornata di pioggia, riportandola a casa ed entrando in breve tempo nella sua vita e in quella della sua famiglia, cambiandone la direzione.
David, così, le mostrerà una diversa “educazione”.
Il film, sceneggiato da Nick Hornby, è un ottimo affresco di quegli anni londinesi, in cui le gonne non si erano ancora accorciate ed i Beatles erano ancora solo blatte...
Il regista con estrema delicatezza ricostruisce il difficile passaggio dell’emancipazione di una giovane donna che vive la vita fuori dagli schemi che il suo tempo vorrebbe imporle.
Il film lo consigliamo a quelle donne che hanno un’inclinazione naturale a vedere in ogni uomo un principe azzurro, a quei genitori che abbagliati da certe luci non riescono più a “proteggere i loro figli".
Il film lo sconsigliamo a veline, tronisti e a tutti quelli “ che il latino non lo parlano più neanche i latini”.
INTERESSANTE

Lallix

giovedì 18 marzo 2010

Dieci inverni

Dieci inverni.
GENERE: CommediaANNO: 2009 DATA: 10/12/2009NAZIONALITÀ: Italia.REGIA: Valerio MieliCAST: Isabella Ragonese, Michele Riondino, Sergei Zhigunov, Valerio Mieli, Glen Blackhall, Sergei Niconenko.
“Scusa volevo solo farmi notare da te” Ti avevo già notato, c’eri solo tu”.
1999 Venezia, giornata uggiosa, niente piccioni e Piazza San Marco, solo canali, nebbia e calle isolate. Camilla e Silvestro si incontrano su un vaporetto, sono in procinto di iscriversi all’università. Si guardano a lungo. Lei è timida e seriosa ama Cechov e vuole studiare russo. Lui ha un’aria un po’giocosa e sbruffona e un po’ maledetta, le idee poco chiare sul futuro. Passeranno la notte insieme, ma senza quasi sfiorarsi.
Ci vorranno dieci inverni affinchè riescano a “rincontrarsi” e dirsi che si vogliono bene. Dieci inverni, fatti di freddo nel cuore, di sguardi furtivi, di parole solo pensate, di mani sfiorate, di comprensione e di incomprensioni, di arrivi, partenze, equivoci, complicità, di rabbia, paura, sorrisi, affetto, dolcezza.
Mieli con i suoi bravissimi attori (Michele Riondino e Isabella Aragonese) descrive quella terra di mezzo tra amore e amicizia dove l’una e l’altra si inseguono, fino a fondersi. Il film lieve e gentile è un inno all’amore senza leziosaggini e retorica spicciola, una storia semplice, normale e realistica, dove i protagonisti sono pacati, anche nelle scenate(che bello un film italiano dove nessuno urla ed è stressato). Il regista ha un’idea bella che persegue con coerenza e delicatezza facendo risentire allo spettatore i battiti di cuore della sua giovinezza.
Il film lo consigliamo a tutti quelli che il proprio orgoglio gli ha impedito di prendere un treno/un aereo/un traghetto/un pulman (anche se avevano già comprato il biglietto), a quelli che non hanno trovato il coraggio, a quelli che erano troppo timidi, a quelli che non sono riusciti a chiedere “scusa”o quando lo hanno fatto era troppo tardi, a quelli che aspettano ancora il lieto fine, a quelli che hanno atteso diverse stagioni, inverni compreso, a quelli che ci hanno voluto bene.
Il film lo sconsigliamo a quelli che stanno 5 metri sopra il cielo, agli “amoretto” “cucciola” “cuoricione”, a quelli che non sanno aspettare, a quelli che hanno i baci perugina o i cornetti algida nel DNA,a quelli “che l’amore vince sempre sull’odio”.

Da non perdere. Lallix

domenica 14 marzo 2010

Mine vaganti

Mine Vaganti.
Sbaglia per conto tuo...sempre.
La famiglia Cantone, vive in una casa piena di ricordi e profumi in una splendida Lecce. E’ proprietaria di uno dei più importanti pastifici del Salento, ed è la tipica famiglia meridionale con le sue abitudini, i segreti, le amenità, le bugie e tutti quei piccoli sotterfugi che tengono unite le persone che si amano.
Il padre, Vincenzo, virilmente adultero e pieno di pregiudizi, la madre Stefania (genere:decoro e decenza)che pur di conservare la sua posizione di comando fa finta di non vedere, la Zia Luciana “signorina”(…ma non troppo) alle prese con la ricerca della pace dei sensi, la nonna con il suo passato pesante che, di tanto in tanto ritorna, i figli: Tommaso che studia a Roma, Antonio, che con estremo rigore si occupa della fabbrica, e la figlia con il marito napoletano e le bimbe ciccione, ed infine l’amica-socia in affari Alba.
L’apparente armonia viene rotta dall’auting del figlio Antonio che, anticipando Tommaso, nel bel mezzo di una cena familiare e di lavoro farà la sua rivelazione….portando scompiglio e guai nella vita di tutti.
La famiglia, però, tra equivoci e litigi saprà ritrovarsi nel momento del dolore.
Ozptek abbandona quell’idea di famiglia “trasversale e allargata” presente in tutti i suoi film a vantaggio di una famiglia “tradizionale” piuttosto perbenista, costretta a gestire le sue “mine vaganti”e lo fa con grande sarcasmo ed ironia regalandoci una commedia all’italiana, assai divertente e coinvolgente.
Il film lo consigliamo a quell’amico, con il quale abbiamo condiviso e condividiamo la passione per gli stessi uomini, anche se lui non ce lo ha mai confessato e noi abbiamo fatto sempre finta di non saperlo, perché gli vogliamo un gran bene, a prescindere da quello che diciamo...., a quelle che hanno avuto “i ladri in casa” donne eroiche che affrontano con coraggio le avvversità della vita, a quelli che "un po’ di sciroppo fa’ bene" a tutte le donne...c'è un bel guardar di uomini....anche se un pò "svirilizzati".
Il film lo sconsigliamo a tutti quelli che non hanno una visione un po’ terrona della vita e della famiglia a quelli che hanno sposato “spiagge libere” .

INTERESSANTE
LALLIX

lunedì 1 marzo 2010

INVICTUS.
Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la pergamena. Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima.
Sud Africa, Nelson Mandela, ha da poco abbandonato l’angusta cella di Robben Island ed è il nuovo Presidente della Repubblica. Attorno a lui un sistema che va in pezzi, ed un nuovo ordine da costituire: un popolo da governare ed una nazione da formare…. nel mezzo il campionato mondiale di rugby del 1995.
Madiba ha compreso che nulla fa sentire unito un popolo come il tifo per la propria squadra, così decide di servirsi dei mondiali per compiere un primo passo verso la comprensione e cercare di abbattere le differenze tra Afrikaners, da sempre tifosi degli Springboks e la maggioranza nera, che non ha mai smesso di odiare la squadra di rugby. Lo sport come specchio di quella nazione che esiste solo sulla carta.
Grazie, anche, alla collaborazione di Francois Pienar(M.Dammon) capitano della nazionale arcobaleno, il Sud Africa in un tiratissimo incontro avrà la meglio sui superfavoriti neozelandesi All-Blaks. Il Presidente, vincerà, così, la sua partita.
Eastwood perde un po’della sua sobrietà a scapito di un po’ di retorica, creando un film su misura per l’amico Freeman (che aveva acquistato i diritti del libro di John Carlin da cui il film è tratto) che da sempre sognava di interpretare Mandela, regalandogli un personaggio esemplare, una figura fatta però, di sole luci, dove le ombre si intravedono appena, ed un po’ ci mancano. La grande mano del regista si vede comunque e la scena del bambino che segue la partita con i poliziotti vale da sola il film.
Il film lo consigliamo ai capitani della propria anima, anche se hanno un po’ perso la rotta, ai rugbisti e agli sportivi con un sogno di vittoria autentico... a quelli che il destino di una nazione…
Il film lo sconsigliamo alle mamme che prima di riporre il passeggino nel bagagliaio si abbandonano alla Haka (danza maori), agli integralisti, a quelli che la mischia li atterrisce un po’.

INTERESSANTE

Lallix

venerdì 26 febbraio 2010

Il concerto. Un film diRadu Mihaileanu. Con Aleksei Guskov, Dmitri Nazarov, François Berléand, Miou-Miou, Valeri Barinov. Commedia, durata 120 min. - Francia, Italia, Romania, Belgio 2009
Non si esce due volte indenni da una dittatura comunista.
Unione Sovietica, Breznev ed i suoi gerarchi comunisti allontanano dal Bolshoi, per “atti anti-sovietici“, il direttore di orchestra, Andrei Filipov, nel bel mezzo dell’esecuzione del “Concerto per violino ed orchestra di Tchikoskj. Andrei, infatti, si è rifiutato di licenziare i suoi molti musicisti ebrei. Le vite di tutti gli artisti e del direttore in particolare(declassato ad uomo delle pulizie del teatro)saranno stravolte da questo evento e prenderanno direzioni diverse.
Trenta anni dopo ad Andrei viene offerta una possibilità di riscatto, dal caso: intercetta per sbaglio un fax proveniente dal Theatre du Chatelet che invita l’orchestra del Bolshoi a suonare a Parigi. Così, decide di riunirei i suoi vecchi musicisti per portarli a suonare sulla Senna, al posto della vera orchestra moscovita. Il piano, tra vari colpi di scena, riuscirà ed alla fine la musica trionferà lasciando sul viso dello spettatore un sorriso compiaciuto.
Mihaileanu costruisce una storia veramente divertente: mette insieme vizi e virtù di ebrei e gitani, nostalgici del vecchio partito comunista, figuranti scritturati per fare i manifestanti nelle parate del partito, mafia russa, ricchi oligarchi…. non si fa mancare nulla neanche un po’ di spirito melò sul finale, ma la formula funziona a meraviglia.
Il film lo consigliamo a quelli che amano le missioni impossibili, agli amanti della buona musica, a Ferrero affinchè riveda alcune sue posizioni, al Cavaliere per rassicurarlo: i comunisti sono davvero finiti.
Il film lo sconsigliamo a quelli “che il collettivo” a “quelli dell’orgoglio comunista”a quelli che hanno una collezione di Matrioske con il capoccione di Lenin, a Bondi perché ricorda troppo certi solerti funzionari di partito(comunista chiaramente).

Da non perdere. Lallix

lunedì 22 febbraio 2010

Il figlio più piccolo.
Tuo padre è capace di entrare in un albergo e non prenota una stanza, se gli gira lo compera.
Luciano Baietti(un De Sica autenticamente cinico) dirigente della Baietti Enterprise(una di quelle mega holding che non si capisce bene di cosa si occupa) ha costruito la sua fortuna su espedienti e raggiri (ne sa qualcosa la ex moglie Fiamma). A seguito dell’ennesima riunione con il suo consiglio di amministrazione, si trova messo alle strette, deve al fisco 55 milioni di euro e la magistratura aleggia su i suoi beni come un corvo.
Non basterà a tirarlo fuori dai guai, la ricca signora che è in procinto di sposare. Una donna di notevole volgarità, tutta lanciata nel mondo politico, convinta di poter abbattere la partitocrazia con una squadra di tronisti nerboluti. Il consigliere di sempre(l’alter ego di Montalbano)prospetterà una soluzione crudele, che verrà accolta, con naturalezza, da Luciano.
Il film racconta la mediocrità e la corruzione, diffusa e trasversale, della nostra società, sembra una storia uscita dalla cronaca di ogni giorno.
La visione, però, lascia un profondo senso di frustrazione e sgomento anche per colpa di quello sguardo di clemenza che il regista, comunque, regala al suo cinico protagonista. Sguardo che irrita perché ricorda quello disincantato delle persone che ci circondano, incapaci ormai di una sana e virulenta indignazione.
Avati fotografa, come sempre, con acutezza il mondo che ci circonda, ma stavolta l’ironia e la sua delicata leggerezza lasciano il posto ad una rassegnata freddezza e lo spettatore esce dal cinema con la consapevolezza che lo hanno privato di qualcosa.
Questo film lo consigliamo a quelli che alle tre e mezza di notte ridevano, ai burattinai, a quelli che hanno fatto il botto ed ora hanno un certo numero di conti bancari aperti in posti esotici, di cui nessuno conosce bene la collocazione geografica.
Il film lo sconsigliamo ai buddisti, agli hippies, ai psicolabili e alle scemine, a chi ha deciso di sposarsi sotto un tendone, ai tifosi della Lazio, sicuramente migliori di Baietti.
INTERESSANTE

Lallix

domenica 21 febbraio 2010

A single man

A single man. Un film di Tom Ford. Con Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena. Drammatico 95 min. usa 2009.
A me piacciono le donne, ma mi innamoro degli uomini.
1962, l’America Kennediana guarda preoccupata verso Cuba ed i missili sovietici.
Il professor George Falconer non riesce a vedere oltre il suo dolore…….
George conduce la sua esistenza a Los Angeles dove insegna all’università. Ogni mattina, da alcuni mesi, indossa il suo impeccabile abito scuro e recita con i suoi allievi e con il resto del mondo, la parte di bravo insegnante di letteratura inglese. La morte del compagno di una vita, Jim, lo ha annientato e tutto ormai sembra aver perso ogni interesse. Né il conforto dell’amica Charlie(cotonatissima e strafatta J.Moore), né l’incontro occasionale con un bellissimo giovane, né le assillanti attenzioni di un suo allievo, sembrano dissuaderlo dai suoi intenti suicida. Cambierà idea, ma l’epilogo sarà comunque tragico.
Tom Ford abbandonate le sfilate (non il loro glamur), ispirandosi al romanzo di Isherwood(un cult della cultura gaia) mette in passerella l’elaborazione di un lutto, del dolore per la morte dell’amato, e lo fa con una cura maniacale dei dettagli. Il risultato è molto fascinoso, ma freddo e asettico come una clinica svizzera di lusso. A parte il bravissimo Colin Firth, tutto il resto è silenzio.
Il film lo consigliamo a quelli che “il protagonista è un vero dandy“ “è trandy” “fa molto cool” “genere upper class”, a quelli che hanno sempre le idee chiare su cosa indossare, anche il giorno del funerale (il loro naturalmente), agli esteti (prescindendo dalle loro inclinazioni sessuali), alle estimatrici/tori di sinuosi corpi maschili.
Il film lo sconsigliamo ai celoduristi (il film è veramente troppo gaio),a quelli che hanno perso da poco una persona amata.
Voto:
Fa curriculum..
Lallix

venerdì 12 febbraio 2010

Soul Kitchen. Un film di Fatih Akin. Con Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Ünel, Anna Bederke, Pheline Roggan. WohlerCommedia, durata 99 min. - Germania 2009.
Ce li hai percaso venti euro da prestarmi?

Zinos è un greco trapiantato in Germania. Gestisce un ristorante nella periferia di Amburgo dove cucina surgelati a forma di pesce, tornati a nuova vita grazie ad improbabili salse.

Ha un fratello, Illios dalle pessime frequentazioni compreso il carcere; un inquilino Sokrates che non gli paga l’affitto, una cameriera Lucia, sempre un pò incazzata col mondo, una fidanzata, Nadine, crucca, algida, non troppo amorevole ed in procinto di piantarlo per andarsene a lavorare in Cina.
Ha, anche, un’ernia del disco che lo immobilizza, gli ispettori del fisco e quelli della sanità che incalzano, un finto amico che cerca di portargli via il locale, un vero cuoco, Shayn, che tra un lancio di coltelli ed un dolce afrodisiaco movimenterà non poco la vita nel locale.
Il menù è un po’ furbetto: cibo(multietnico) dell‘anima, bella musica, amicizia, amore, un ampio concetto di comunità, equivoci, trovate divertenti e dessert insomma alla fine si esce sazi (ma senza appesantirsi) ed allegri.

Il film lo consigliamo ai seguaci delle tartarughe Ninja ed ai lanciatori di coltelli in genere, a quelli che il colpo della strega(o di una in particolare) li ha immobilizzati, a coloro che sono capaci di regalare dignità alimentare persino ad un nasello ad una platessa findus.
Il film lo sconsigliamo a quelli che hanno un conto aperto con il fisco, a quelli che al ristorante ordinano un gazpacho caldo, agli agenti immobiliari senza scrupoli.

INTERESSANTE

lallix

venerdì 5 febbraio 2010

Il Riccio

Tutte le famiglie felici sono simili tra loro…ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.
Quartiere dell’alta borghesia di Parigi, Rue del Granelle 7, Paloma ha un padre ministro assente, una madre distratta che parla con le piante, tra un bicchiere di champagne ed un tranquillante, una sorella isterica. Paloma ha dodici anni ed è ossessionata dall’idea che la vita non sia molto diversa dalla boccia di vetro in cui nuota il pesce rosso di sua sorella, così pur di non vivere anche lei come in un acquario, ha deciso di suicidarsi nel giorno del suo compleanno.
Renée ha un grasso gatto, una televisione sempre accesa, un pezzo di cioccolato fondente sul tavolo, un’esistenza invisibile. E’ grassa, sciatta, non più giovane, scontrosa. Renée è la portiera del condominio di Rue de Granelle…ma non solo quello.
Kakuro Ozi, è un ricco e raffinato giapponese, appena trasferito nel palazzo parigino, ama la musica, i film d’autore e la buona cucina. Kakuro non ha pregiudizi. I tre saranno capaci di “vedersi” oltre quello che ciascuno di loro rappresenta.
Mona Achache lascia intatta l‘essenza del fortunato “L’eleganza del riccio” libro dal quale è (liberamente) tratto e se da una parte perde un po’ di humor, dall’altra guadagna un po’ di leggerezza consegnandoci una graziosa semi- favola.
Il film lo consigliamo, a quelli che a dodici anni hanno avuto una vita difficile, ai bibliofili ed in particolare a coloro che hanno resistito con coraggio prima di scoprire che la loro beniamina si suicidava sotto il treno, a quelli(beati loro) che hanno trovato un buon “nascondiglio”, ed a coloro che hanno una "vista" speciale.
Il film lo sconsigliamo ai possessori di acquari e pesci rossi, a portieri e portinaie che non ci si riconosceranno, a quelli che parlano con le piante, anche senza l'ausilio di sostanze psicotrope.

INTERESSANTE Lallix

giovedì 4 febbraio 2010

Baciami ancora

Baciami ancora.

A volte la vita non ci dà le cose come noi le vogliamo….ma l’importante è che ce li dia.
Ed il film è come la vita …. Ritroviamo i cinque amici dell’Ultimo bacio più esagitati, più irrisolti e più stressati: c’è chi, dopo tante avventure sogna di tornare dalla ex moglie, chi si sente prigioniero di una moglie che non lo ama più perché troppo ossessionata dal bisogno di mettere al mondo un figlio, chi, prigioniero dei suoi sogni di ragazzo, è già tornato ma vuole ripartire, chi torna da un lungo viaggio all’estero e dalla prigione, chi è partito…solo con la testa.
Muccino, forte dei suoi bravissimi attori costruisce un film a tavolino, però, la ricetta non funziona.
Sembra, infatti, aver barattato la ricerca della felicità con quella della banalità, fotografando solo un’esteriorità piuttosto patinata della vita di questi quarantenni, manca del tutto la credibilità, la quotidianità dell’esistenza e dei sentimenti, del dolore, della sofferenza, ed anche degli affetti.
Che aggiungere… che continuino pure a baciarsi ma che non ce li facciano vedere tra altri venti anni, anziani ed alle prese con le loro badanti e le pillole blu.
Il film lo consigliamo ai separati che sognano di tornare con i propri ex (esistono davvero?), ai quarantenni ancora single (gli unici ad uscire dal cinema a cuor leggero), ai pubblicitari della Barilla (il film tra campi di grano, disegni di bambini, pargoli amorevoli, gravidanze e parti filmati può dare stimoli ai nuovi spot del Mulino Bianco), a shampiste, veline, letterine ed altre appartenenti alla categoria -estimatrici macho latino(gli attori, tutti fascinosi coprono ogni target).
Il film lo sconsigliamo ai quarantenni appartenenti alla generazione mille euro(si innervosiranno dinanzi all’inconsistenza di questi loro coetanei), ai barbieri(i danni prodotti alla capigliatura di Pasotti sono un onta per tutta la categoria), a chi ha deciso di sposarsi a fine mese.
Lallix.
Voto:
Fa curriculum..

venerdì 29 gennaio 2010

Welcome

Welcome.

Un film di Philippe Lioret. Con Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard. Drammatico durata 110 min. Francia 2009.

Lui ha fatto 4000 Km. a piedi per rivedere la sua ragazza, tu sei andata via ed io non ho nemmeno attraversato la strada per fermarti.

Ci sono luoghi non luoghi, dove il grigio è il colore predominante, e la natura e gli uomini sembrano essere inospitali nello stesso modo. Costa Nord della Francia, Calais, città di incontro e raccolta di centinaia di immigrati che sognano l’Inghilterra ed il futuro, in mezzo…. una frontiera di acqua. Bilal, diciassette anni, curdo, sogna di giocare a calcio nel Manchester, ha impiegato tre mesi, dall’Iraq per raggiungere la Francia. Al di là della Manica c’è Mina, il suo giovane amore ed una nuova vita. Simon, cinquantenne, francese, ex campione di nuoto, istruttore in una piscina, ama ancora sua moglie, ma sta per divorziare e non sembra trovare la forza per reagire. I due si incontrano ed entrambi avranno la certezza di non essere più così soli. Bilal è un ragazzo con i sogni di un ragazzo ed ha deciso di attraversare l’Oceano a nuoto, Simon cercherà di dissuaderlo ma poi lo aiuterà in questa impresa.

Un destino superiore, pero’ sembra condannare tutti all’infelicità. Il film comincia con quattro iracheni calati dentro un tir senza aria e finisce con una cassa calata sottoterra, nel mezzo c’è il senso di impotenza e di desolazione degli uomini di tutti gli uomini, non solo degli immigrati.

Il film lo consigliamo a tutti, perché il regista è riuscito in modo piuttosto asciutto e senza cadere in facili moralismi a descrivere in maniera soggettiva un dramma collettivo. In particolare lo consigliamo a coloro che sognano di diventare giocatori di pallone, a coloro che ancora cercano di raggiungere il loro amore, a chi non è più capace di uno sguardo pieno di comprensione.

Il film lo sconsigliamo ai battezzati nel Po’ e a certi politici specializzati solo nella misurazione del perimetro della propria poltrona, perché inutile…meglio un viaggio a Lourdes.

INTERESSANTE

Lallix