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giovedì 3 dicembre 2009

L'uomo nero.


Un film di Sergio Rubini. Con S. Rubini,V. Golino, R. Scamarcio,Fabrizio Gifuni,G. Gianqunito A. Falchi, M Buy. Drammatico Italia 2009. Durata 116 min.

Alzare una gonna ad una signorina vera...quello si che è dificile.

Gabriele Rossetti ritorna in Puglia nella sua vecchia casa, dopo molti anni, per assitere il padre morente in ospedale.
Questo ritorno a casa è anche metaforico....Gabriele si immerge nei ricordi, nei colori e nei paesaggi della sua infanzia, nel piccolo paesino pugliese degli anni sessanta, nella sua famiglia turbolenta, con quel padre frustrato, a credito della vita e sempre in guerra con tutti.

Così ritroviamo Gabriele bambino. Ernesto, suo padre, fa il capostazione ma la sua passione è dipingere. Sua madre insegna lettere e fatica a stare dietro a questo marito, ossessionato dai pennelli e così diverso da tutti gli altri. In famiglia vive anche zio Pinuccio, il fratello della madre, seduttore impenitente che con la sua semplicità comprende, meglio degli altri, le difficoltà del piccolo nipote.
L'ossessione di Ernesto per la pittura ed in particolare per "l'uomo con la bombetta" di Cezanne è fonte di litigi infiniti in famiglia...Ernesto è un insoddisfato, in famiglia, in paese non lo comprendono ed invano cerca il consenso del professor Venusio e dell'avvocato Pezzetti, presunti critici d'arte. Ciò non accardà e la personale di pittura organizzata dalla proloco sarà un fallimento.

Ma Gabriele adulto,immersonei ricordi che affiorano nella vecchia casa, scoprirà che suo padre si era preso una bella rivincita su quei tromboni..e gli apparirà sotto una luce nuova e comprenderà cose che fino ad allora gli erano sfuggite.
Il film un pò drammatico e un pò comico, un pò onirico e un pò fantastico...ci regala un Rubini brillante, bravi anche Scamarcio e Golino.

Questo film lo consigliamo a quelli che diventano adulti lontano dalla propria terra e pensano di essersi persi qualcosa, a quelli che il ricordo dell'uomo nero gli fa ancora paura, agli amanti di Cezanne, ai pittori a quelli che un paesaggio di campagna non è solo verde, a quelli che la vendetta....si serve lenta.
Il film lo sconsigliamo ai tromboni, a quelli che pensano di essere esperti d'arte, e a tutti quelli che non avendo sogni propri si divertono a distruggere quelli degli altri.

INTERESSANTE

Julie & Julia.

Un film di Nora Ephron. Con Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci, Chris Messina, Linda Emond Commedia. Durata 123 min. - USA 2009.
Lei non ha nessun talento per la cucina, ma tanto gli americani non se ne accorgeranno.
Due epoche, due donne, due vite.
E' il dopoguerra Julia Child e il marito Paul, diplomatico presso l'ambasciata americana, si sono appena trasferiti a Parigi. Julia, donna determinata, allegra e dalla forte personalità, ama suo marito (come non amare un uomo che dice cose tipo "tu sei il burro sul mio pane, il pane della mia vita!), il sesso con suo marito ed il cibo.... regalando, in eguali proporzioni, miagolii ad entrambi.
Julia decide di frequentare la celebre scuola di cucina "Le Cordon Bleu"e di scrivere con due amiche un monumentale libro di ricette, destinato, se possibile, ad insegnare agli americani i segreti della cucina francese, o semplicemente a mangiar bene.
Il libro avrà un gran successo e la Child diventerà un'icona per gli americani.
Cinquantanni dopo, Julie e suo marito Eric, vivono in un bignami di appartamento, su una pizzeria, nel Queens. Julie era la più brillante delle sue amiche, non è riuscita a completare il suo romanzo e si è "accontentata" di fare la segretaria.
Alla soglia dei trentanni si sente piuttosto insoddisafatta, ed è piena di paure...fino a quando, forte della sua passione per la cucina, decide di realizzare in 365 giorni, le 524 ricette del "Mastering the Art of French Cooking", il best seller della Child e di racontare l'esperienza in un blog che, col tempo, incontrerà un gran successo.
Divertente la scena in cui sulle note di Psyco Killer (grandi Talking Heads) Julie compie l'estremo sacrifico delle aragoste.
La ricetta della Ephron mescola due libri: Julie & Julia di J. Powel e l'autobiografico My Life in France di J. Child- due epoche, due donne, due vite...una M. Streep brava ma un pò appesantita ( e non parlo dei chili), uno S. Tucci perfetto (non solo come marito)...forse però c'è troppo burro e alla lunga urge il bicarbonato!
Il film lo consigliamo alle donne della mia famiglia, e a tutte quelle, come loro, possedute dal demone di Giaquinto, agli appassionati dei binomi: donne-cucina, sesso-cibo, cibo-amore, ai sostenitori del colesterolo e dei trigliceridi, lo sconsigliamo a quelle col culo secco(donne tristi, infinitamente tristi) a quelli che hanno scelto donne con tali fattezze, a quelli che quattro salti in padella sono buoni e a quelli che non hanno tempo di cucinare.
Lallix
INTERESSANTE

sabato 14 novembre 2009

BASTA CHE FUNZIONI



Regia: Woody Allen Sceneggiatura: Woody AllenGenere Commedia Romantica 92 min Attori: Evan Rachel Wood, Henry Cavill, Larry David, Patricia Clarckson.
...Io sono l'unico ad avere una visione di insieme...ed è per questo che mi chiamano genio!
New York...Village, Boris sembra un eremita moderno, si definisce ex-genio della fisica quantistica(ma non si capisce se lo sia per davvero), è sopravvissuto ad un tentativo di suicidio, insegna scacchi a bambini orrendi come replicanti, usa il monologo come forma di dialogo, ha una parola acida per ogni suo possibile interlocutore, convive con gli attacchi d'ansia, vive in una specie di torre d'avorio, pur non essendo affatto stoico.
La sua esistenza ha una brusca scossa e cambia direzione quando bussa alla sua porta in cerca di ospitalità Melody.............il sogno erotico di oni uomo medio:bella, bionda e sufficientemente stupida.
In breve tempo i due passano dalla condivisione dell'appartamento e da una simpatica misantropia del protagonista, alla convivenza e infine al matrimonio, col venir meno, di conseguenza, della simpatica misantropia.

Le cose poi evolvono ancora, arrivano i genitori della fanciulla dal Missisippi con le loro valigie di problemi e di frustrazioni sessuali, Melody incontra "l'amore" si mischiano le carte, cambiano le copppie...basta che funzioni!
Il pessimismom, così, lascia il posto ad una sorta di rassegnata e ottimistica benevole saggezza.
Boris Yellnikoff è sufficientemente paranoico, ansiogeno, logorroico, egocentrico, cinico, ebreo, misantropo, triste da rappresntare il perfetto alter ego di Woody Allen che in questo film sostanzialmente copia/imita se stesso....e non tutto funziona!
Il film lo consigliamo agli alleniani, agli allenati e agli alienati...un pò meno agli altri.
LALLIX.



INTERESSANTE

venerdì 30 ottobre 2009

La battaglia dei tre regni.

Ci sono battaglie che scrivono la storia...altre che la cambiano per sempre!
Rinunciate ai combattimenti volanti, alla poesia e alla grazia ieratica di Ang Lee e Zhang Yimou: qui la guerra è corpi e sangue!
Il film tratto da un classico della letteratura cinese del XIV sec., racconta della guerra intrapresa nel 208 d.c. dall'imperatore della dinastia Han- uomo pavido e irresoluto- per volere del suo primo ministro e generale, Cao Cao, al fine di riunire tutta la Cina sotto un nome solo.
Così il militare, ossessionato da un grandioso desiderio di potere, muoverà un esercito immenso verso i regni confinanti di Su, ad ovest, dominato dallo zio dell'imperatore Liu Bei e quello di Wu, a sud retto da Su Quan. I due regni grazie all'intervento di Zhunge Ling, consigliere militare di Liu Bei, stringeranno un alleanza contro il nemico comune, sino alla battaglia definitiva delle "Scogliere Rosse".
In questa Iliade in salsa di soia c'è la guerra, il coraggio, l'astuzia, la solitudine dell'ambizione del potere, la strategia militare(certe testuggini ben riuscite.... farebbero invidia anche a Cesare)l'amicizia, l'amore, il desiderio di pace...un sogno di grandezza!
Il film ha un impatto visivo enorme: uomini che comunicano per mezzo della musica si affiancano a corpi martoriati che combattono...occhi che cercano il futuro scrutando le nuvole, si incontrano con occhi che contano le proprie armate.
Il film lo consigliamo agli appassionati del genere, agli strateghi mancati, ai sognatori, a quelli che sono stanchi dell'assuefazione a certe debolezze private, a quelli che sognano ancora un mondo con gli eroi....Il film lo sconsigliamo ai malati di gastrite, ai pacifisti di professione che non sopportano la vista del sangue, a quelli che pensano che un tè possa essere fatale(a parte la visione di quello nel deserto!)
Lallix
Voto:
Da non perdere

domenica 25 ottobre 2009

UNA SOLUZIONE RAZIONALE.


Un film di Jörgen Bergmark. Con Pernilla August, Rolf Lassgård, Stina Ekblad, Magnus Roosmann, Claes Ljungmark Titolo originale Det enda rationella. Drammatico, durata 104 min. - Svezia, Finlandia, Germania, Italia 2009 .
Siamo adulti la cosa più razionale da fare è cercare una soluzione...potremo vivere qui tutti insieme.
Questa commedia svedese che, detto così è già un ossimoro...atteso che gli svedesi stanno alla commedia più o meno come gli eschimesi stanno ai bikini e i dinosauri agli i-pod...racconta l'intreccio rosa(antico) tra due coppie mature: La cuoca Karin è sposata con l'operaio SvenErik che lavora in una cartiera con l'amico Erland, che a sua volta è sposato con May maestra di pianoforte.
Erland e May sono ancora innamorati anche dopo tanti anni e per questo periodicamente "ammorbano" con un corso di consulenza matrimoniale in parrocchia...fino a quando Karin e le sue forme generose porteranno scompiglio nella vita di Erland.
I due fedifraghi, innamorati e rei confessi, non troveranno soluzione razionale migliore... che vivere tutti insieme, dandosi dieci regole...la soluzione però li metterà a dura prova, come questo film ai suoi spettatori!
Il film lo consigliamo a quelli che hanno sempre una soluzione razionale....lo sconsigliamo a quelli che pensano che il proprio partner sia una pertinenza della propria abitazione, alle fans di Lorena Bobbit ed a coloro che hanno un'ascia nascosta dietro al divano.





Da evitare

venerdì 23 ottobre 2009

Videocracy

Videocracy.
Un film di Erik Gandini. Titolo originale Videocracy. Documentario, Ratings: Kids+13, durata 85 min. - Svezia 2009

La televisione è una scatola...una scatola magica!

Questo narcolettico documentario, presentato a Venezia alle Giornate degli Autori(???), è costruito attorno all'idea che la chiave del potere è l'immagine...per questo in Italia governa Berlusconi! Braccia armate di questo potere sono la televisione commerciale e personaggi come Lele Mora, Flavio Braiatore e Corona.....

Più che braccia armate ...queste sembrano menomate!

Mora, tra tutto quel finto candore che lo circonda, non ha nulla di nero se non la faccetta della suoneria...ma anche quella è finzione...uno come lui il Duce lo avrebbe immediatamente spedito al confine! Corona "il Robin Hood del pubblico" è sempre meno un caso mediatico- giudiziario e sempre più un caso da ricovero! A Briatore, ormai, non resta che smettere di correre...anche dietro le Meteorine...

Banale, semplicistico, risibile, noioso, autoreferenziale...come certi intellettuali di sinistra! La televisione commerciale non la ha inventata il Berlusca...è fatta dagli spettatori ed, in ogni caso, è simile in tutto il mondo occidentale

L'idea che Berlusconi abbia reso l'Italia più bassa è un'idea avvincente ...ma il nostro paese era pieno di nani e ballerine anche prima della discesa in campo del Cavaliere...Lui gli ha solo regalato un palcoscenico(a qualcuno/a anche uno scranno) più illuminato...

A noi resta un dubbio:Il Cavaliere ha peggiorato la televisione e gli italiani o.... Silviuccio è diventato così a furia di governare gli italiani?

Questo film non lo consigliamo a nessuno perchè gli italiani sono meno stupidi di chi li rappresenta, sia al cinema che in politica, per cui agli estimatori di tette e culi (ce ne sono davvero in abbondanza e con varietà di forme e colori) agli insonni e anche agli antiberluscniani di professione(perchè comunque non li aiuterebbe a capire perchè continuano a perdere le elezioni) consigliamo di tutto cuore di restare a casa a guardare la televisione, magari tenendola spenta, così anche Gandini è più contento.

Lallix

Voto:

Da evitare

martedì 28 aprile 2009

Questione di cuore

Questione di cuore.
GENERE: Drammatico ANNO PROD: 2008. DATA DI USCITA: 17/04/2009. NAZIONALITÀ Italia.REGIA: Francesca Archibugi CAST: Antonio Albanese, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Francesca Inaudi, Chiara Noschese

Questa è la domanda.....
Sala di rianimazione di un ospedale romano...tra la paura di morire ed un elettrocardiogramma nasce l'amicizia tra Angelo, carrozziere di auto d'epoca, borgataro, taciturno, pragmatico... ed Alberto, sceneggiatore in crisi creativa, sarcastico, logorroico, disincantato, infelice cronico e dongiovanni(aspirante). I due uomini, colpiti dalla vita al cuore, sono vicini di letto ma, sembrano molto distanti nelle loro scelte.

Angelo non ha amici ed è tutto concentrato sulla sua famiglia, Rossana, la moglie incinta, Perla ed Airton i figli. Attaccati tra loro come pipistrelli... Alberto ha amici famosi(simpatica la scena degli amici vip che vanno a trovarlo in ospedale...su tutti primeggia Verdone, che recita se stesso e la sua famosa ipocondria) una fidanzata, Carla, ma niente sembra funzionare.

Usciti dall'ospedale Alberto ed Angelo, ciascuno a proprio modo e ciascuno con le sue solitudini, cercheranno di ricominciare a vivere e di trovare soluzioni ai loro problemi. L'Archibugi torna dall'India di “Lezioni di volo” con un film intenso, garbato, dall'umorismo sottile, che nasce dall'osservazione attenta della realtà, dove la bella storia di amicizia maschile non indulge al pietismo o alla retorica, con un finale drammatico, ma credibile. Bravissimi gli attori, sopratutto Albanese che alterna con sapienza: malinconia, arroganza ed ironia.
Il film lo consigliamo a quelli che non hanno bisogno di inforcare grandi occhiali gialli per guardare il mondo con gli occhi della fantasia e vedere, quello che non si vede, ed immaginare storie straordinarie, dietro ad esistenze estremamente ordinarie. Il film lo sconsigliamo agli ipocondriaci (i film ambientati in ospedale procurano crisi di ansia).

Lallix

Voto: Interessante

lunedì 13 aprile 2009

Il Caso dell'Infedele Klára.
GENERE: Drammatico, Noir. ANNO PROD: 2008 . DATA DI USCITA: 27/03/2009 NAZIONALITÀ Italia, Repubblica Ceca.REGIA: Roberto Faenza. CAST: Claudio Santamaria, Laura Chiatti, Iain Glen, Kierston Wareing, Miroslav Simunek, Anna Geislerová, Yemi Akinye.

E se le vittime non fossero i traditi, ma i traditori, costretti a tradire per comprarsi un attimo di felicità?”

Luca, insegnante di giorno e musicista di notte, è un italiano che vive a Praga con la sua compagna Klara, studentessa in storia dell'arte in procinto di laurearsi che, per terminare la tesi, deve recarsi a Venezia con il suo tutor Pavel.

Luca è ossessionato dalla gelosia per cui si rivolge ad un'agenzia investigativa dove farà la conoscenza del detective Denis, un pittoresco personaggio, un po' psicologo e un po' filosofo(sua un'interessante teoria sulle scarpe....), che conduce la sua esistenza tra una relazione molto aperta con la moglie ed una in fieri con la segretaria. Il film tra adultéri veri e presunti non decolla e l'unica soddisfazione si ha quando atterrano i titoli di coda...

Faenza, che si ispira ad un romanzo di Michal Viewgh, ci nega tutto il nastro immaginario di gelosi da Gianciotto ad Otello passando anche per Lupo Alberto...qui non c'è amore, non c'è passione e meno che mai gelosia.

Chiatti e Santamaria interpretano i loro personaggi con la stessa credibilità con cui Bruno Vespa e Maria De Filippi potrebbero interpretare “Giulietta e Romeo” e la Chiatti resta fedele solo alla sua recitazione cinofila.

Questo film lo consigliamo....agli estimatori delle bellezze femminili(velate o meno), a coloro che soffrono di strane forme di insonnia per cui solo a cinema riescono a dormire bene, a quelli a cui volete fare uno scherzo birbetto(ti consiglio questo film...molto bello..adatto ad un intellettuale come te!). Il film lo sconsigliamo a tutti gli altri.

Lallix

Voto:
Da evitare

domenica 5 aprile 2009

Gli amici del Bar Margherita.



Regia: Pupi Avati Sceneggiatura: Pupi Avati Musiche: Lucio Dalla. Attori: Diego Abatantuono, Pierpaolo Zizzi, Laura Chiatti, Fabio De Luigi, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Luisa Ranieri, Claudio Botosso, Gianni Ippoliti, Gianni Cavina, Katia RicciarelliItalia 2008.Uscita Cinema: 03/04/2009. Genere: Commedia.Durata: 90 Min.
“Nel suo piccolo tra quanto si sposa”.
E' il 1954, Bologna ha ricominciato a vivere ed il Bar Margherita è una società arcaica, con il suo capo(Al) e i suoi seguaci (Manuelo, Bep, Zanchi, Sarti), un universo di uomini soli e di regole comportamentali ferree (vietato portare al bar mogli e bambini, anche se piove bisogna arrivare senza ombrello, ci si presenta sempre tardi, è vietato recarsi in gita ai santuari in pullman “con il mangiare nelle sporte e la bottiglia dell’acqua e limone...).
Taddeo, detto “Coso” alter ego del regista, è un ragazzo un pò sfigato, ignorato dalla società e dalle donne che sogna di far parte di quel gruppo, di condividere quel codice d'onore, quel linguaggio e quel modo scanzonato di vivere la vita. Avati chiude a chiave Giovanna e suo padre nell'appartamento di Via San Vitale e, per un'esigenza di frivolezza, si libra leggero tra i portici di Via Saragozza ed il Bar Margherita.... per fotografare con tono leggero, nostalgico e virilmente goliardico la sua adolescenza, e questo mondo piccolo, con il suo codice d'onore, il suo linguaggio ed i suoi rituali: consumati tra un campari, un torneo di biliardo ed un salto al club Esesdra, dove leggiadre signorine offrono qualcosa che somiglia molto alla felicità. Il film lo consigliamo ai “trementisti”, ai nostalgici del cazzeggio fine a se stesso, a quelli che non hanno bisogno degli occhiali K per valutare l'entità di ciò che è nascosto dietro un perizoma o dietro l'imbottitura di un reggiseno a balconcino, a quelli che quando vanno a giocare a calcetto con gli amici.... non rincasano mai prima di cinque ore, a quelli a cui non piacciono certe fidanzate/mogli degli amici, a quelli che ci vediamo da Mario prima o poi...
Il film lo sconsigliamo agli astemi, a quelli che al bar ordinano da bere nel monouso restando in piedi al bancone, a quelli che comunque “devo chiedere prima a mia moglie” ed a quelli che anche quando vanno a giocare a calcetto con gli amici, rincasano per cena.
Lallix.
Voto:

Da non perdere

L'onda

L'onda.
Titolo originale: Die Welle.Germania 2008.Drammatico. Durata 101m. Regia:Dennis Gansel. Cast: Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Christiane Paul, Elyas M'Barek, Cristina do Rego, Jacob Matschenz, Maximilian Vollmar, Max Mauff.
"Come un'onda travolgeremo tutta la città".

Il film tratto da un romanzo di Todd Strasser, scritto sulla base di un esperimento effettuato in California sul finire degli anni sessanta, racconta di come il carismatico e benvoluto professor Reiner Wenger (il bravissimo Jurgen Vogel), insegnante di liceo del genere anarchico, anticonformista e forse anche insurrezionale, durante una settimana di esercitazioni a tema, dovrà dedicare le sue lezioni all'insegnamento dell'autarchia e alla possibilità che essa si possa riaffermare nella nostra società. I ragazzi accolgono l'esperienza come un gioco. Wenger, in pochi giorni, abbatterà tutte le differenze esistenti nel suo eterogeneo gruppo di allievi(sostituendo la solitudine con il gruppo ed introducendo il rispetto delle regole, la disciplina, la camicia bianca, il saluto...)....il passo successivo sarà quello dell'emaginazione degli "altri"...

"L'onda" a poco a poco diventa un movimento assai diffuso ma la sua portata sfuggirà ad ogni controllo, sino all'epilogo tragico.

Il film è bello e coinvolgente nella sua crudezza, nella credibilità dei giovani protagonisti, nella colonna sonora e nella fotografia, un pò meno in certi aspetti ideologici un pò settari e nel finale forzatamente didascalico.

Inoltre il rispetto delle regole ed una comune visione della vita non è sempre qualcosa da demonizzare.

Questo film lo consigliamo a tutti coloro (beati loro) che vanno ancora a scuola, sia come insegnanti che come docenti, e a coloro che hanno un senso di appartenenza ad una comunità (gli piacerà comunque). Questo film lo sconsigliamo a certi "impegnati" ma soprattutto a tutti i "disimpegnati".

Lallix

Voto: Interessante

domenica 29 marzo 2009

Ti amerò sempre

Ti amerò sempre
Titolo Originale: IL Y A LONGTEMPS QUE JE T'AIME
Non è che non potessi avere bambini, è che non mi sentivo di averne uno dentro la pancia”
Juliette si tormenta la punta delle dita, ha uno sguardo fermo e distaccato ed un’aria misteriosa, gli occhi inquieti guardano lontano, verso chi sa quali pensieri…Juliette, algida, aspira lentamente una sigaretta, il fumo si espande.…quei pensieri diventano ricordi che si rincorrono….
Juliette è appena uscita di prigione dove è stata rinchiusa per 15 anni, per aver commesso il più orribile dei crimini:ha ucciso il suo bambino di sei anni. Sono quindici anni che la sua famiglia e la società l’ha ripudiata e dimenticata, ed ora che esce di prigione c’è solo la sorella, Leà, ad accoglierla. Leà era poco più di una ragazzina quando Juliette venne incarcerata, ed ora, è una donna, un insegnante che vive a Nancy con il marito, le due bambine adottive e il suocero malato. Juliette entrerà nelle loro vite e porterà scompiglio in questa famiglia, apparentemente da cartolina.
Le due sorelle ritroveranno il filo dei loro discorsi, riappropriandosi poco a poco dei loro ricordi in comune, degli odori, dei colori e dei suoni del loro passato condiviso ed un finale inaspettato mostrerà una Juliette diversa e migliore, concedendoci anche il lusso di non vergognarci prendendo il fazzoletto. Philippe Claudel, con infinita delicatezza mostra i lati oscuri…delle anime grigie.. consegnandoci un film molto francese, raffinato, malinconico che mostra quanto un dolore intenso possa annientare una persona… ma al tempo stesso ci lascia un tributo alle donne, a quel legame meraviglioso che unisce due sorelle, regalandoci una Cristine Scott Thomas memorabile.
Questo film lo consigliamo innanzi tutto alle sorelle, quelle che hanno litigato…quelle che è tanto che non si parlano…quelle che “mi dispiace che è mia sorella, ma ha sposato un uomo impossibile“, quelle che “nostro padre ha sempre preferito lei perché era la prima figlia”, quelle che sono ansiose e telefonano trecento volte al giorno e quelle che non chiamano mai perchè se accade qualcosa di brutto vedrai qualcuno ti avvisa, quelle che se ne approfittano e quelle che sono tanto pazienti, quelle che purtroppo sono lontane e quelle che se ne sono andate, quelle che ci sono sempre e quelle che non ci sono mai state, ma soprattutto quelle che si sono perse.. sperando che si ritrovino. Questo film lo sconsigliamo a quelli che non amano i film francesi perchè si parla poco…e a quelli che hanno sposato due sorelle.
Lallix
Voto:
Da non perdere

domenica 22 marzo 2009

Valzer con Bashir

Valzer con Bashir (Waltz With Bashir)Regia: Ari Folman Montaggio: Nilli Feller Musiche: Max Richter (II)Paese: Germania, Francia, Israele 2008 Genere: Animazione Durata: 87 MinFormato: Colore

“Puoi dimenticare il passato…ma il passato non si dimentica di te”

E’ buio. Soffia il vento. Piove, una notte di angoscia e di immagini laceranti, 26 cani inferociti che ti inseguono…., corri, sudi, hai paura, … i loro latrati ti entrano nello stomaco e loro correndo, tutto travolgono. Il sudore, il buio, il vento, la pioggia è un incubo…Un urlo, il tuo. Sei sveglio!

Così un amico confessa al regista israeliano Ari Folman il suo incubo ricorrente e quel che gli resta dei giorni che portarono al massacro di Sabra e Chatila. Spiega che ha la certezza del numero dei cani, perché sono tutti quelli che ha ucciso durante l’occupazione in Libano. I cani abbaiando, avvertivano i palestinesi dell’imminente arrivo dei soldati israeliani. Folman lo guarda, era con lui in Libano durante l’occupazione del 1982, ma si accorge di aver rimosso ogni immagine, ogni ricordo. Così si mette alla ricerca dei suoi commilitoni e dei loro ricordi, per ricostruire anche i propri. Cerca le immagini e i racconti di quei giorni….ma cerca forse molto di più…la certezza di non avere responsabilità, lui e i suoi troppo giovani compagni, nel massacro dei campi profughi palestinesi. Ogni intervista, ogni racconto è un flashback, un’immagine della guerra e tutte queste immagini formeranno un ricordo….
Questo adrenalinico cartoon a colori non è una lezione di storia, ma un’opera sulla memoria personale e condivisa, sulla sua perdita o sulla sua rimozione. Una sorta di inchiesta un po’ onirica ed un po’ surreale, dove tra allucinazioni, sensi di colpa, musica classica e rock anni ottanta i protagonisti vanno alla ricerca dei loro ricordi, per ricostruire i due tragici giorni dei massacri di Sabra e Chatila. La storia, i falangisti maroniti, Bashir Gemayel, la sua morte, il massacro dei palestinesi, le responsabilità di quelle morti, Sharon “che dorme” sono un’altra storia……
resta il soldato israeliano che spara con il suo mitra all’impazzata sotto il manifesto di Bashir e sembra una danza(da qui il titolo). Questo film lo consigliamo a chi non ha pregiudizi.
Lo sconsigliamo ha chi ha poca memoria e a chi ha deciso di perderla.
Lallix
Voto:
DA NON PERDERE

sabato 21 marzo 2009

The Millionaire

Un film di Danny Boyle. Con Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Mittal, Irfan Khan.Mia Drake, Imran Hasnee, Faezeh Jalali, Shruti Seth, Anand Tiwari, Saurabh Shukla, Rajendranath Zutshi, Jeneva Talwar, Irrfan Khan, Azharuddin Mohammed Ismail, Sunil Kumar Agrawal, Jira Banjara, Sheikh Wali, Mahesh Manjrekar, Sanchita Choudhary, Himanshu Tyagi, Ayush Mahesh Khedekar Titolo originale Slumdog Millionaire. Commedia, durata 120 min. - Gran Bretagna, USA 2008. - Lucky Red
Esagerate otto statuette per Milionaire. Un prodotto industriale fatto bene. Certo, il cinema è anche industria, ma elevare un format televisvo, in salsa bollywood, a capolavoro è esagerato. Una ottima operazione di mercato, pensata bene e realizzata meglio. Ma un capolovaro è altro.
Patrizio Mazza
Voto:

La Matassa

La matassa

"Non ti buttare! Perchè tanta premura di morire... Dio è giusto, la morte non la nega a nessuno".
Catania, due famiglie, due cugini, un’eredità, una lite che dura da venti anni.
Gaetano (Ficarra) è un furbastro, logorroico e truffaldino che con il suo sguardo spalancato sul mondo e sulle cose del mondo, gestisce una agenzia matrimoniale che fornisce in tempi rapidi, un matrimonio, un veloce stato vedovile e la cittadinanza italiana.
Paolo (Picone) è un ingenuo, un bonaccione insicuro e imbranato che vive attaccato ad un aerosol, con l’incubo di ogni sorta di malattia e gestisce(malissimo) l’albergo causa del litigio familiare.
I due cugini si ritroveranno per caso in chiesa al funerale del padre di Paolo e da lì, comincerà a dipanarsi la matassa…tra i vicoli di Catania e personaggi che trasudano sicilianità da tutti i pori.
Ficarra e Picone per la terza volta tornano al cinema e lo fanno con il loro stile allegro, con una comicità semplice, ma mai volgare, con i loro ritmi scanzonati e con quelle loro facce talmente espressive che non hanno bisogno di battute.
La scene dei mafiosi e dello scambio dei pizzini vale da sola tutto il film.
Questo film lo consigliamo a quelli che hanno un’eredità familiare difficile da portare(certi nasi o certi nomi durano per tutta la vita e pesano più di certi debiti), a quelli che non hanno mai tempo(tempo per leggere un libro, tempo per andare a cinema, tempo per andare a trovare un amico)…prendetevi una vacanza da voi stessi e fatevi due risate.
Lo sconsigliamo agli “estimatori della Corazzata Potemkin” a quelli che il cinema italiano è morto, e a quelli che non riescono a ridere senza signorine perizomate con le tette al vento.
Lallix

Voto: Interessante

GRAN TORINO

“Avete mai fatto caso che ogni tanto si incontra qualcuno che non va provocato?…Quello sono io!"
Clint Eastwood, un po’ ispettore Callaghan e un po’ fuorilegge, interpreta con assoluta grandezza Walt Kowalski, meccanico della Ford in pensione e veterano della guerra in Corea, i cui ricordi di morte .....ancora lo tormentano. Walt ha appena perso sua moglie…ed è pieno di risentimento verso tutto quello che lo circonda: le case fatiscenti, l’erba alta dei giardini incolti, le facce estranee, le bande di latino-americani, di afroamericani, di musi gialli, i suoi figli, ed i suoi nipoti che sono perfetti estranei. Walt ha una grande passione per la propria Ford Torino, modello classico del 1972, e per il suo cane Daisy… ama le birre fresche, fuma, maltratta, con rispettosa ironia, il giovane prete ed una volta al mese va dal suo amico barbiere italoamericano a farsi tagliare i capelli. Walt dalla sua veranda sulla quale sventola la bandiera americana, in compagnia della fidata Daisy e di un indeterminato numero di birre, osserva la sua Detroit, l’America e quindi il mondo come è cambiato e come cambia. Il suo quartiere non è più lo stesso…ora è pieno di gente che lui non comprende e non riconosce. I “musi gialli”, quei coreani che tanto ha odiato durante la guerra ora spadroneggiano…e non sono i soli……! Ma i suoi vicini Hamong, non sono solo musi gialli… ed il giovane Thao e sua sorella, con il peso della loro cultura originaria, sono più simili a lui di quanto non lo siano i suoi nipoti… Walt "adotta" Thao un po’ come Frankie "adottò" Maggie in Million Dollar Baby. Anche qui l’epilogo è drammatico. E Walt, con il suo testamento di speranza, lascia all'amico Thao la sua Gran Torino (e non solo quella) con l’invito a non trattarla come farebbero i messicani, i coatti coreani o le checche….
In questo film c’è tutta la crisi dell’America, non tanto quella economica, ma quella morale, la crisi di un sistema sociale che non è più in grado di sostenere una certa idea di sogno americano. Ma c’è di più. Eastwood racconta anche, con pudore e rigore, la storia di un’amicizia e di una visione laica della vita che è al tempo stesso anche carica di una moralità spirituale. Questo film lo consigliamo ai sognatori, agli amanti di un’utopia, a quelli che avvertono il disagio di uniformarsi, ai diversi (non per preferenze sessuali). Questo film lo sconsigliamo a quelli che hanno sempre un mandante dietro le cose che dicono… a quelli che non capiscono e a quelli che il multiculturalismo a tutti i costi… Lallix

Voto:
Capolavoro
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Altro che ronde padane. Gran Torino affronta la problematica del razzismo - immigrazione - integrazione con  intelligenza, puntualità capacità di osservazione. Senza pregiudizi Clint Eastwood, interprete e regista del film , si occupa senza fronzoli del problema. Una analisi corretta, mai stereotipata,  che è al tempo stesso denuncia e proposta. Quasi un "affresco". E la soluzione  non sono le ronde.  Un film da vedere.  Patrizio Mazza 
Voto 9

domenica 15 marzo 2009

Due partite

Regia: Enzo MonteleoneAnno di produzione: 2009 Durata: 94 Drammatico.Italia. Soggetto:Cristina Comencini sceneggiatura:Enzo Monteleone . Con Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini Claudia Pandolfi, Alba Caterina RohrwacherValeria Milillo .

Anni sessanta, giovedì pomeriggio, tavolo da gioco, il tè, le carte, quattro amiche, mogli e madri, trascorrono il tempo e giocando, ridono, piangono, litigano, raccontano se stesse e la loro femminilità.

Anni novanta, le figlie di quelle donne che, allora giocavano nella stanza accanto con i ritagli dei giornali della principessa Grace…. sono cresciute…non hanno più tanto tempo per giocare insieme, si incontrano e ridono, piangono, litigano, raccontano se stesse e la loro femminilità.

Due epoche…due diversi modi di stare al mondo come donne. Mogli e madri…donne emancipate, virili, ma per necessità, convenzione o bisogno, ancora mogli e madri.

La storia tutta al femminile, interpretata magnificamente dalle sue protagoniste è tratta da una commedia dolce amara di Cristina Comencini e racconta la difficoltà, la bellezza, l’ironia, il disagio, la ricerca di un archetipo…insomma la grandezza di essere donna.

Cambiano i tempi, i modelli…cambiano anche gli uomini... “Forse sono un’idealista, ma penso che a poco a poco tutto questo cambierà….queste cose che ci fanno soffrire così tanto non esisteranno più” dice una delle mamme, ma quelle cose che facevano soffrire loro, fanno parte del nostro patrimonio genetico ed in modo e forme differenti faranno soffrire anche noi e le nostre improbabili figlie.

Il film lo consigliamo a tutte noi giovani donne vintage che con le nostre chiacchierate, dietro le nuvole delle nostre sigarette, abbiamo visto giorni migliori…a quelle che dicono non avrò mai quell’indole borbonica di mia madre…non sarò mai una mamma con la sindrome del capo del KGB ....io per fortuna non ho l'ossessione medico-nutrizionale di mia madre...no io somiglio tutta alla famiglia di papà....non ho quell'approccio calvinista alla vita che aveva mia madre.

Il film lo sconsigliamo a tutti quelli che non sopportano i tempi teatrali e a quelli che chiamano mamma la suocera...e a quelli che non si rendono conto che noi siamo...anche nostra madre!

Lallix

Voto:
Interessante

martedì 10 marzo 2009

Milk

MILK. 2008 USA Regia Gus Van Sant Durata128 m. Sceneggiatura: Dustin Lance Black BIOGRAFICO, DRAMMATICO Con Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, Diego Luna, James Franco.
La trama è nota. Gus Van Sant racconta gli ultimi otto anni di vita di Harvey Milk, primo omosessuale dichiarato a ricoprire un incarico politico(consigliere comunale a San Francisco) nella storia americana, divenendo promotore del cambiamento volto al conseguimento di pari diritti e opportunità per le minoranze gay.Le scelte ideologiche del protagonista lo porteranno alla morte per mano di un altro consigliere comunale, più che omofobico, un pò represso.
Il film si chiude con una marcia silenziosa-prodromica ad altre ben più allegre, che partendo da Castro(quartiere gay di San Francisco)percorrerà tutta la città.
Questo, non è un film da oscar....non me ne vogliano gli amici gay... Sean Penn è un ottimo attore ed interpreta il suo personaggio con forza ed onestà. La sceneggiatura di Dustin Lance Black è di una noia mortale. Gus Van Sant, regista solitamente ispirato, originale, trasgressivo qui delude costruendo un prodotto da grande magazzino, in una felice confezione di buoni sentimenti e di ideali irreprensibili con lo scopo evidente di far parlare di sé…bene.
Ancora una volta l’America scimmiotta se stessa, divide il mondo in buoni e cattivi e il politicamente corretto trionferà……… come ha trionfato alla notte degli oscar e come trionfa al botteghino. Che altro aggiungere…la battaglia per i diritti gay è legittima ma l’argomento non mi appassiona ed il film non fa nulla per interessare quelli come me(se questo mi sembra doveva essere l’intento del regista).
Il film lo consigliamo ai vecchi tromboni moralisti(che si divertiranno sicuramente), al Luca della canzone di Povia(se avesse avuto ripensamenti), lo sconsigliamo alla confagricoltura e ai fanatici di Castro(non promuove i loro beniamini).
Lallix
Voto:
Fa curriculum..

sabato 7 marzo 2009

I love shopping.

I Love Shopping (USA · 2009) - Confessions of a Shopaholic
La vostra biancheria intima vi protegge meglio di una ronda leghista? Ritenete che l’idea migliore del ventennio sia stata quella democratica camicia nera, uguale per tutti? Siete convinte che il fascino della divisa risieda nel fatto che qualcuno decida al posto vostro cosa indossare? Credete che i sandali in inverno siano roba da frati trappisti, ed i tacchi 12 cm. roba da artisti di strada(trampolieri). Il nome Manolo vi fa pensare solo al fidanzato di Cristiano Malgioglio. Preferireste ascoltare un’ora di elucubrazioni mentali di Mourinho, piuttosto che trascorrere due ore per saldi in un negozio strafigo(ammesso che qualcuno ve lo indichi, visto che voi non lo conoscete). Delegate le persone che vi amano a comprarvi vestiti e scarpe?
Bene questo film non fa per voi……Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi….
La storia tratta da un romanzo della Kinsella, letto da milioni di donne in tutto il mondo (libri come questo permettono agli omini delle statistiche….ai noi….di fare le statistiche..) racconta di Becky, giovane giornalista, prestata per errore alla finanza, che avulsa dal mondo reale spende cifre vergognose per vestirsi (…..secondo me senza classe). Così in una New York stereotipata (lontanissima dal glamur ironico di alcuni episodi di Sex and City)e buonista (Kristin Scott Tomas non ha nulla dell‘algida cattiveria della sua omologa Meryl Streep del Diavolo veste Prada) il film scorre lento, o meglio, stagna tra banalità tipo “Il mondo diventa migliore nel momento che compro” “Quando striscio la carta di credito il cuore mi batte forte” “Un uomo non ti tratterà mai meglio di un grande magazzino” “Anche tu parli il pradese” fino a quando la giovane protagonista incontrerà l’amore e la redenzione(si c‘è anche quella……).
Questo film lo consigliamo a quelli che sognano un Grande fratello ambientato a Fidenza Village e a quelli che hanno chiamato la figlia Paris o Chanel. Lo sconsigliamo a quelli che non lo hanno ancora visto perché avevano dei preconcetti sul film (i preconcetti vanno sempre assecondati perché sono i pensieri migliori di chi stimate veramente).
Lallix
Voto:
Da evitare

venerdì 20 febbraio 2009

Stella

Stella
Anni settanta. Periferia di Parigi. Stella vive in un caffè, tra operai, emarginati, gente che cerca la speranza in fondo ad un bicchiere o tra le braccia di una donna, che non è solo sua.
Stella viene iscritta ad una prestigiosa scuola media di Parigi….ma l’ambiente è differente…e lei non si sente abbastanza bionda e ricca per essere figa… è un’emarginata che si emargina.
Stella è in quella terra di mezzo sospesa tra guanciotte ed acne, tra una stanza con le pareti a fiorellini ed una stanza con le pareti ancora da costruire. Lei sa tutto di balli, delle canzoni del juke box, di calcio, di biliardo, di cocktails sa come si scopa e come nascono i bambini, ma “non sa le cose che servono”. Così vive malissimo la scuola e i suoi compagni, cercando solo di nascondersi e di dimenticarsene. La conoscenza e l’affetto per Gladys, la migliore della classe, e la scoperta di amici speciali come Cocteau e Balzac le daranno una speranza dando un senso nuovo alla sua vita e al frequentare quella scuola. Questo film lo consigliamo a chi ha amato la Paloma della “Eleganza del riccio” a quelli che gli amici non li scelgono da Maria De Filippi e a quelli che hanno avuto amici che si chiamavano Aragorn, Holden o Amleto. Lo sconsigliamo a quelli che sperano di entrare al grande fratello o di finire su un trono. Lallix
Voto:
Interessante

lunedì 16 febbraio 2009

Il curioso caso di Benjamin Button

Un film di David Fincher. Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond, Jason Flemyng.
Titolo originale The Curious Case of Benjamin Button. Drammatico, durata 159 min. - USA 2008. - Warner Bros Italia
Tratto da un racconto di Fitzgerald, Fincher ci racconta la strana storia di Benjamin Button che nasce già vecchio per poi ringiovanire nel corso della sua esistenza…con l’unica certezza del suo immenso amore per Daisy…..
“Non sai mai cosa c’è in serbo per te” dice la mamma adottiva a quel figlio così diverso…
Ed in questo film c’è in serbo troppo di tutto…Troppa attesa…troppi nomi importanti…troppi eventi storici di sottofondo… troppi vecchi che vanno e vengono… troppe albe in riva al lago…troppo amore…troppo trucco…troppo color seppia… troppi buoni(non c’è un solo cattivo neanche un personaggio un po’ birbetto) troppo sogno americano insomma……
Questo film che, forse, voleva consegnarci una riflessione sulla diversità…sulla morte…sulla vita…sull’amore… ha faticato invece a tenerci svegli per le oltre due ore della sua inutile durata.
Che dire …ridateci il Grande Gatsby…quel gran figo di Tyler Durden (il Brad Pitt di Fight Club)…il cupo, angoscioso e amaro David Fincher di Seven e l’immensamente regale Dama Galadriel(la Cate Blanchett del Signore degli Anelli).
Questo film lo consigliamo a tutti quelli che più invecchiano e più ringiovaniscono…(il Cavaliere è un antesignano del trattamento Benjamin Button…ma è in ottima compagnia…)e ai consumatori abituali di valeriana e tavor…per disintossicarsi!
Lo sconsigliamo, invece, ai malati di prostata.
Lallix
Voto:
Da evitare

Vuoti a rendere

Un film di Jan Sverak. Con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek. Titolo originale Vratné lahve. Commedia, durata 100 min. - Repubblica ceca, Gran Bretagna 2007. - Fandango

“…I miei amici o si sono rimbambiti o sono tutti morti”
Josef,  professore sessantenne di letteratura in un liceo, è ormai stanco della sua professione e sente di non aver più nulla da insegnare ai suoi allievi così, decide di lasciare la scuola… non di certo, però, per restare a casa a godersi la vecchiaia e la non più giovane moglie, Eliska.

Questa decisione non è un arrendersi all’età che avanza…. ma è un inno alla vita che lui affronta con curiosità ed ironia. Josef, infatti, è ancora pieno di energie e cerca un modo di “riciclarsi” nella società ….unico corriere ultra sessantenne in una Praga, per una volta non da cartolina, addetto al bancone della resa delle bottiglie in un supermercato, dottor “Stranamore” per affetto paterno.

Le scelte stravaganti del marito e i suoi presunti tradimenti preoccupano la moglie ma alla fine, "l’happy end" trionferà. Questo film lo consigliamo a quegli uomini maschi per i quali i treni sono da sempre protagonisti del loro immaginario onirico …quando da bambini sognano di possederli e di guidarli…e da adulti di essere guidati e posseduti in un treno, magari con la divisa di capostazione. Lo sconsigliamo a tutti coloro che ormai aspettano solo che cominci Sanremo.

Lallix

Voto:

domenica 15 febbraio 2009

Kresios

Una scoperta davvero interessante.
Nel centro di Castelvenere un luogo dove la cucina unisce la passione per i prodotti locali a quella della ricerca di nuovi abbinamenti, a volte arditi (non avevo mai mangiato il sughero), ma sempre equilibrati.
Anche la presentazione dei piatti fatta dal maitre, tradisce l'emozione di chi sa di offrire qualcosa di speciale
Cantina molto fornita (almeno sulla carta), sala per fumatori, prezzi non soprendenti per il tipo di offerta.
Sono sicuro che il tempo non potrà che migliorare anche la capacità di gestione del giovane chef e propietario.
Fred
Voto:

sabato 14 febbraio 2009

The Horseman

Un film di Jonas Åkerlund. Con Dennis Quaid, Ziyi Zhang, Peter Stormare, Patrick Fugit, Eric Balfour. Thriller, durata 110 min. - USA 2008. - Moviemax
I quattro cavalieri dell’Apocalisse: Guerra, Fame, Pestilenza e Morte sono tornati ma non sono portatori di rovina e distruzione piuttosto di una certa noia….
Il sospetto sull’identità del Cavaliere bianco è quasi immediato…. ma il detective Breslin (Dennis Quaid, comunque un mito per noi giovani adolescenti degli anni ottanta) col suo aspetto stropicciato e le sue rughe bellissime ce la mette tutta per tenere alta la tensione…
Zhang Ziji ha abbandonato “I pugnali volanti” e la grazia ieratica a favore della tecnica di “boudage”nota come sospensione (sadomaso e feticisti apprezzeranno) ….
L’effetto visivo e la scenografia sono belle…glissiamo sul finale moralistico.
Il film lo consigliamo ai dentisti(neanche loro hanno mai visto tante estrazioni dentarie tutte insieme)e agli amanti del sadomaso. Sconsigliamo invece la visione a genitori poco presenti di figli adolescenti l’effetto immedesimazione potrebbe fargli del male.
Voto:
Fa curriculum